Elena Ferrara

Stop ai cyberbulli, il Senato dice sì al ddl Ferrara

l43-senato-palazzo-madama-120403202529_bigFormazione continua nelle scuole, un Tavolo interministeriale permanente per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno, un approccio non sanzionatorio che prevede l’introduzione della procedura di ammonimento. Questi i principali contenuti del ddl 1261 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” approvato il 20 maggio 2015 dal Senato, con l’appoggio di tutti i gruppi Parlamentari e attualmente in corso di esame alla Camera.

«Serve per davvero una legge sul cyberbullismo? Buona parte del mondo della Rete si è posta questa domanda quando, circa due anni fa, iniziò l’impegno che ha prodotto il ddl 1261», ha commentato la Senatrice Elena Ferrara, prima firmataria del disegno di legge, durante le dichiarazioni di voto. Una sfida iniziata nel 2013, subito dopo il suicidio di Carolina, 15enne allieva della Senatrice Ferrara durante le scuole secondarie di primo grado, che non riuscì a sostenere gli attacchi ricevuti sui social network. Una tragedia da cui si è sviluppato un confronto allargato in Commissione Diritti Umani al Senato. Da questo lavoro, poi condiviso anche su più livelli istituzionali, è nato il ddl 1261 che mira a dare risposte concrete a un fenomeno sempre più diffuso, che tocca sia i ragazzi sia le famiglie. «Finora li abbiamo lasciati troppo soli nell’oceano digitale», ha spiegato la Senatrice Democratica. «Non è facile nemmeno per noi adulti mantenere la rotta, ma è molto più complesso orientarsi per i minori, cui non abbiamo offerto le opportune occasioni formative. Per ogni giovane che offende un suo coetaneo sui social – ha aggiunto la parlamentare novarese – c’è una nostra precisa responsabilità».

L’attenzione verso il fenomeno dalla parte dei più giovani deve necessariamente essere una priorità. Una convinzione che ha portato la Senatrice Ferrara ad un vero e proprio tour nelle scuole e sui territori, per ricevere istanze e stimoli nel merito del disegno di legge assieme ai ragazzi, famiglie, insegnanti e con l’aiuto delle associazioni che da tempo operano su questa tematica. «Sono proprio le ragazze e i ragazzi a chiedere aiuto. A partire dalla scuola, perché troppo spesso incappano nelle maglie del condizionamento, della discriminazione e dell’isolamento – ha riferito Ferrara, durante la propria dichiarazione di voto – Un disagio che scuola e famiglia non possono intercettare per tempo, soprattutto se privi di risorse, competenze e strutture idonee che il documento approvato oggi (20 maggio, ndr) prevede».

Una legge non sanzionatoria e che non criminalizza il web, ma che agevola il confronto anche con i principali soggetti del mondo digitale e le aziende Ict. «Non possiamo, né vogliamo delegare alle aziende il monitoraggio sui comportamenti digitali, se non su precisa e puntuale richiesta», ha chiarito la Senatrice.

«Pensare di controllare internet – ha concluso Elena Ferrara – non comporta necessariamente limiti alla libertà di tutti. Dobbiamo infatti fare leva sulla scelta nelle mani dei nostri ragazzi e promuovere l’utilizzo responsabile di quello che rimane pur sempre uno strumento. Aiutiamoli a capire che Internet è luogo di umanità, prima ancora che comunità. Un luogo che genera emozioni vere, anche nelle amicizie virtuali».

Di seguito i principali contenuti del Ddl 1261:

Definire il fenomeno del cyberbullismo: non è di per sé un reato, ma tali atteggiamenti si configurano in casi di stalking, minacce, diffamazione, molestie, diffusione materiale pedo pornografico, furto d’identità, che, invece, violano la normativa e sono perseguibili anche penalmente.

Rimozione contenuti offensivi dalla rete e dai social: previa segnalazione il materiale lesivo sarà direttamente rimosso dai gestori, intesi come prestatori di servizi della società dell’informazione, l’indicazione potrà pervenire direttamente dagli utenti dai quattordici anni in su, al di sotto di questa età sarà necessario il coinvolgimento da parte di un genitore.

Segnalazione al garante della privacy: qualora entro le 24 ore successive al ricevimento dell’istanza il gestore non provvedesse alla rimozione si prevede l’intervento del Garante della Privacy il quale entro 48 ore dal ricevimento dell’atto ha facoltà di intervento.

Procedura di ammonimento: in caso di reati compiuti da minorenni con età superiore ai 14 anni nei confronti di un altro minorenne è prevista applicazione procedura di ammonimento. Il Questore convoca il minore unitamente ad almeno un genitore. La sanzione in assenza di reiterazione cessa di avere conseguenze al compimento della maggiore età, nella logica di educare e responsabilizzare i giovani che anche solo inconsapevolmente si rendono attori di comportamenti penalmente perseguibili.

Un referente, almeno, per ogni autonomia scolastica: corsi di formazione per personale scolastico che dovranno garantire l’acquisizione di idonee competenze nell’ambito di azioni preventive a sostegno del minore.

Educazione continua: l’educazione all’uso consapevole della rete trova continuità nel piano dell’offerta formativa in ogni ordine di scuola.

Risorse formazione Polizia postale: nell’ambito di ciascun programma operativo nazionale sono stanziate idonee risorse alla formazione del personale specializzato alla tutela dei minori sul web. I fondi certi per la Polizia Postale sono per l’aggiornamento ai docenti, nella chiave di individuare un referente cyberbullismo per ogni autonomia scolastica e dare luogo alla formazione continua dedicata agli studenti.

Tavolo interministeriale permanente: costituzione di un tavolo tecnico per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno. Il tavolo coordinato dal Miur include i Ministeri dell’Interno, Lavoro e Politiche sociali, Giustizia, Sviluppo Economico e della Salute; Anci, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Garante Privacy, Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori, organizzazioni già coinvolte nel programma nazionale del Safer Internet Centre, nonché una rappresentanza delle associazioni studentesche e dei genitori.

Marchio di qualità: adozione di un marchio da riconoscere ai fornitori di servizi di comunicazione aderenti ai progetti elaborati dal tavolo interministeriale.

Guarda la dichiarazione di voto per il gruppo del Pd al Senato.

Trovi qui le slide che illustrano il disegno di legge e i dati sul fenomeno.

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