Elena Ferrara

La mia posizione sul nuovo Governo e sui passi futuri

Elena Ferrara membro del governo Letta Come segretaria e senatrice sento la necessità di condividere la mia posizione, rispetto ai passaggi che hanno portato alla formazione del Governo. Sono alla prima esperienza parlamentare, eppure non intendo fuggire dalla responsabilità di chi ha il compito e il privilegio di rappresentare il territorio.

Rispondo ai tantissimi cittadini, elettori, amici e compagni che, direttamente o meno, chiedono spiegazioni sulle settimane appena passate.

Prima di guardare tutti insieme alle tante sfide che abbiamo davanti, dobbiamo trovare la forza di valutare con lucidità e obiettività questo ultimo difficile periodo. “Responsabilità è cambiamento”, questo il forte messaggio che Pier Luigi Bersani aveva lanciato durante le consultazioni in qualità di “Presidente incaricato”. In questa logica, già durante la prima riunione di coalizione, manifestai apertamente, assieme a molti altri colleghi, di non sostenere la candidatura di Franco Marini per la Presidenza della Repubblica.

Da subito comunicai che avrei votato scheda bianca, nonostante il grande rispetto per la sua figura. Sono tuttora convinta che la sua nomina a Capo dello Stato non avrebbe risposto pienamente a quella volontà di “cambiamento” che i nostri elettori ci chiedono a gran voce. Dopo la prima votazione, il Partito indicò la medesima soluzione, fino alla scelta di candidare Romano Prodi per il Colle.

In quel preciso momento, tutto il centrosinistra si ricompattò, suscitando anche l’attenzione dei 5Stelle. Invece, il dictat di Beppe Grillo al Movimento fu quello di sostenere Stefano Rodotà (solo al terzo posto tra i papabili del Movimento); condizione esclusiva per dare fiducia al nascituro Governo. Una posizione oltranzista, che ignorava quanto lo stesso nome avanzato dalla nostra coalizione figurasse nella rosa dei candidati del Movimento 5 Stelle. A scongiurare l’elezione di Prodi ci ha poi pensato quel centinaio di “franchi tiratori”, capace di voltare le spalle a chi avevano acclamato solo poche ore prima. Per molti la soluzione migliore sarebbe stata Rodotà; mi domando, invece, perché non si sarebbe dovuto sostenere, come già convintamente comunicato, Romano Prodi. Senza contare che il candidato dei  5Stelle non avrebbe ottenuto il sostegno di tutto il Pd.

Non nascondo l’interesse che una personalità della cifra di Rodotà avrebbe portato a questa legislatura; certo è che il contesto politico emerso dal risultato elettorale ha imposto, anche nel rispetto della Costituzione, un Capo dello Stato il più possibile condiviso dalle forze parlamentari. Rispetto al Governo, questo non è certo l’Esecutivo che avremmo voluto guidare, ma il rimpianto di aver perso una grande occasione non si può spingere fino a dubitare della figura e del ruolo di Giorgio Napolitano. Un Presidente che fece da contrappeso alle derive dell’ultimo governo Berlusconi.

Ora, con il Governo guidato da Enrico Letta, potrebbe avviarsi un’importante stagione di riforme, in cui ricostruire la credibilità da consegnare al futuro. Una nuova legge elettorale e, mi auguro, un impianto istituzionale più moderno. Alternative non ce ne sono; se non quella di tornare al voto per ritrovare un Paese sempre spaccato in tre. Con la sola grande differenza che la maggioranza alla Camera, stavolta, potrebbe andare al Pdl.

Nel mio piccolo confermo le scuse per la sciagurata figura che abbiamo fatto. Ci sarà tempo e modo, a partite dal prossimo Congresso, di confrontarci sul futuro del Partito.

Intanto dobbiamo guardare alle tante emergenze del Paese, che vuole soluzioni concrete per ripartire. Il problema del Lavoro, da emergenza economica è passato a dramma sociale. Dobbiamo restare uniti. A tutela dei cittadini, del territorio e delle future generazioni sarò impegnata in due Commissioni, Agricoltura e Istruzione/Cultura. Un impegno che prosegue anche sul fronte della legalità e che si traduce sulle tante battaglie già avviate in Parlamento; dalla TARES al Patto di stabilità, dall’IMU per gli agricoltori alla violenza sulle donne.

Con questo spirito mi recherò nei vari circoli del nostro territorio per relazionare cittadini e militanti su questo primissimo periodo di legislatura. Sarà l’occasione di ribadire i punti nodali della mia attività parlamentare: “Lavoro e occupazione giovanile”; “Esodati ed Emergenza abitativa, non lasciamo indietro nessuno”;“F35, meno aerei e più fondi al Sociale”; “Legalità e Integrazione, una cultura da costruire”;“Ricerca e innovazione, per rilanciare l’economia”;“Cultura come modello di sviluppo”; “Tutela del Made in Italy”.

 

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