Elena Ferrara

Calma e gesso: il Partito Democratico non è complice del Pdl

La giornata di ieri è stata senza dubbio delicata per gli equilibri del Governo. Anche il mio impegno in Parlamento è stato condizionato dall’ostinazione del Pdl a considerare le vicende giudiziarie di Berlusconi prioritarie rispetto alle necessità reali del Paese. Perfino l’audizione di Save the Children, nella Commissione Diritti umani del Senato, per parlare di cyberbullismo è slittata. Così, la giornata in cui (finalmente) un Presidente del Consiglio tornava dopo lungo tempo a rispondere a un Question time, sarà invece ricordata come “l’Aventino” del Pdl.

Detto questo, calma e gesso. Non siamo né succubi, né complici degli interessi della Destra. Come spiegano bene i nostri Capi Gruppo, Zanda e Speranza, la richiesta iniziale del Pdl era di sospendere i lavori parlamentari per ben tre giorni. Il Partito Democraticosi è opposto, valutando inacettabile anche lo stop di un giorno. Il Pdl ha quindi richiesto di poter riunire i gruppi parlamentari nel tardo pomeriggio. Analoghe richieste, fatte anche dal Pd, sono sempre state accolte. Andare oltre sarebbe stato eccessivo, a prescindere dall’attuale Governo. Comprendo bene l’insofferenza dei cittadini, ma invito a non confondere un atto dovuto con una vittoria di Berlusconi. Il Pdl ha ottenuto solo il minimo sindacale. La palla passa a loro, avviare le riforme che ci chiedono gli italiani o far saltare il banco per una possibile sentenza (in terzo grado) della magistratura?

Qui di seguito la lettera di Zanda e di speranza agli iscritti

 

Care democratiche, cari democratici,molte bugie e falsità si stanno diffondendo su ciò che è stato deciso ed è accaduto ieri. E’ bene dunque chiarirlo. Dopo l’annuncio della Cassazione che ha fissato il giudizio sul processo Mediaset al 30 luglio, ieri Il Pdl ha chiesto tre giorni di sospensione dei lavori parlamentari. Il Pd si è opposto, perchè questa richiesta era inaccettabile. Cosi come si è opposto alle richieste di sospensioni di due giorni o un giorno dei lavori. A questo punto il Pdl ha richiesto di poter riunire i gruppi parlamentari della Camera e del Senato, nel tardo pomeriggio, dopo il question time del presidente Enrico Letta alla Camera. Analoghe richieste, fatte anche dal Pd e dagli altri gruppi parlamentari, sono sempre state accolte. Se ne è discusso nelle presidenze dei gruppi parlamentari del Pd al Senato e alla Camera. E in entrambi i casi, considerati anche i precedenti e la consuetudine, si è acconsentito.Far passare questa decisione come un piegarsi del Pd alla volontà del Pdl di protestare contro le decisioni della Cassazione è contro la verità. E’ una speculazione politica e una provocazione che si lancia in un momento particolarmente difficile della vita del Paese. Lo dimostra anche il fatto incontrovertibile di un Parlamento regolarmente al lavoro.Il Pd ha una posizione chiara: non si possono mischiare le vicende giudiziarie personali con la vita del governo. Le sentenze, come ha chiarito il segretario Epifani, si rispettano e si applicano. Su queste posizioni non vi possono essere dubbi, cosi come non ve ne devono essere sulla fermezza del partito: noi abbiamo deciso di sostenere il governo di servizio, l’unico possibile dopo che Grillo e il Movimento 5 Stelle hanno deciso di non utilizzare il consenso popolare ottenuto per un governo diverso. Con lealtà sosteniamo il governo di servizio per realizzare il programma indicato dal presidente Letta: affrontare l’emergenza economica e fare le riforme. Ma non abbiamo paura e siamo pronti ad ogni evenienza. Non consentiremo al Pdl di giocare con la vita del paese.Luigi Zanda e Roberto Speranza

 

Leggi l’intervista di Guglielmo Epifani su L’Unità

 

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