Elena Ferrara

Togliamo il vincolo del patto di stabilità ai piccoli comuni!

Il 3 luglio scorso sulla Stampa è comparso un articolo in cui il Sindaco di Invorio, Dario Piola, si lamenta di quanto il patto di stabilità sia nocivo alle attività del suo comune e in particolare, nella contingenza, nel terminare la costruzione della nuova scuola.

“Cantiere chiuso causa patto di stabilità (e i soldi ci sono!)”. Questa scritta campeggia sul cantiere fermo, come La Stampa riporta. Piola, giustamente, commenta così attraverso i media: “Basta incongruenze e promesse non mantenute: siamo costretti a sospendere le opere in corso per un decreto assurdo a cui chiediamo la deroga”.

Mi sono già espressa sull’argomento, ma soprattutto mi sono mossa da subito non appena questa Legislatura ha avuto il via: Il 2 aprile ho presentato come prima firmataria una mozione per l’esclusione dal patto di stabilità dei piccoli comuni (tra cui Invorio) e il 26 aprile sottolineavo al Ministro Del Rio quanto fosse necessario che al percorso di tagli “costi quel che costi” fosse sostituito da un percorso di sviluppo e crescita necessario per modificare le condizioni a cui sono sottoposti i comuni.

A Invorio, e a tutte le amministrazioni che soffrono, confermo il mio impegno per sostenere il cambio di rotta. Da ex sindaco conosco molto bene quale sia il dolore che si prova quando si vuole fare il bene della propria comunità e si incontrano più problemi del dovuto.

E a tutti quelli che dicono che siamo tutti uguali, e ce ne sono tanti, faccio presente che mentre qualcuno si impegna per il territorio, altri si impegnano a difendere Berlusconi dai processi, a far barricate e manifestazioni. No, non siamo tutti uguali: se le priorità fossero per tutti quelle del Paese e non del singolo, questo ed altri problemi avrebbero trovato uno spazio diverso nel dibattito politico.

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