Elena Ferrara

Una Tares equa per gli agricoltori

In riferimento alle difficoltà nel far fronte ai pagamenti della Tares, evidenziate in diversi territori da parte dei produttori agricoli, ho presentato un’interrogazione alla Ministra Nunzia De Girolamo per sottolineare la necessità di riferimenti normativi precisi, nell’ottica della definizione di una nuova norma sull’Imposta unica comunale (IUC).

Si richiama in particolare l’esigenza di tutelare le aziende del comparto votate alla multifunzionalità, ovvero quelle realtà agricole che presentano finalità complementari: agriturismi, realtà agricole che svolgono funzioni sociali, come le “fattorie didattiche” compreso le aziende che hanno attività commerciali correlate alla produzione agricola come, per esempio, i floricoltori. Allo stato attuale, infatti, rispetto alla Tares, si rilevano applicazioni discordanti da parte di alcune amministrazioni comunali.

E’ il caso del Comune di Nebbiuno, nel Novarese, in cui la Tares richiesta ai floricoltori ha subito un aumento esponenziale rispetto allo scorso anno per la Tarsu dovuto all’inserimento delle aziende nella stessa categoria, fra quelle predisposte dal Ministero, a cui appartengono delle tipologie di attività a vocazione prettamente commerciale. Un “unicum” considerato che nei comuni limitrofi i floricoltori non hanno riscontrato un simile aumento della tassazione; in alcuni di essi, addirittura, le amministrazioni locali hanno scelto di non applicare affatto la Tares ai fabbricati ad uso agricolo.

I floricoltori locali si sono visti costretti a chiedere al Comune una sospensione temporanea dei pagamenti, a fronte di una richiesta di esborso così cospicua. Una condizione non omogenea rispetto a quanto avvenuto nei comuni limitrofi del Vergante, zona riconosciuta in tutta Italia e oltreconfine per il pregio dei propri fiori, i quali sono anche una fonte occupazionale per il territorio.
L’individuazione di categorie definite dell’Amministrazione centrale, unita a una più attenta e puntuale concertazione in seno ai territori, potranno evitare in futuro che le discrezionalità in quota alle amministrazioni locali si ripercuotano sulla capacità di liquidità e di investimento, nonché sulla stessa sostenibilità, delle produzioni locali.

 

Scarica l’interrogazione, clicca qui

Scarica l’articolo di approfondimento apparso su La Stampa, clicca qui

Taggato su:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.