L’agricoltura al centro dell’azione del Governo che riconosce il settore come strategico per il rilancio del Paese. «E’ tempo di cambiare approccio. Il collegato agricolo entra nel merito riconoscendo che oggi, quando parliamo di agricoltura, ci confrontiamo con l’innovazione, la ricerca, nuovi prodotti e la necessità di mettere in luce le eccellenze di questo Paese, proprio per questo nel documento vengono inasprite le pene per chi altera l’indicazione di origine geografica» spiega la Senatrice Elena Ferrara. «Ma non c’è dazio o tutela che tenga, ancorché utili a garantire una competizione alla pari sul mercato internazionale, se prima di tutto non dimostriamo e facciamo conoscere il valore e la qualità del nostro prodotto» precisa Ferrara.
In quest’ottica anche gli interventi in campo risicolo. «L’Italia produce il 48% del riso europeo, un primato non solo quantitativo ma anche qualitativo che deve essere riconosciuto» spiega la Senatrice Dem ricordando la recente approvazione della Delega al Governo per il sostegno a questo specifico settore. «Un passaggio – prosegue Ferrara – che dovrà portare ad una nuova normativa sul mercato del riso, oggi datata 1958, a maggior ragione quando Expo per sei mesi consentirà alla filiera del riso di dimostrare l’unicità, la versatilità e la salubrità del nostro prodotto; la cultura popolare e gastronomica su cui si fonda, il territorio che lo caratterizza e, soprattutto, di individuare e generare nuovi mercati». Per questo l’introduzione delle informazioni e denominazioni sui prodotti in vendita rappresenta un’importante conquista certamente per il consumatore, ma anche per la promozione del prodotto. «Vengono introdotte le denominazioni e divise in due segmenti: da un lato le varietà tradizionali, come carnaroli, arborio, roma-baldo, ribe, vialone nano e sant’andrea, che saranno indicate in etichetta; dall’altro le varietà che si presenteranno al consumatore sotto la denominazione comunemente usata sul mercato internazionale (tondo, medio, lungo), accompagnata o meno dal loro nome». Una linea proposta dall’Ente Nazionale Risi, condivisa con le confederazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) e l’Associazione italiana industrie risiere.