Elena Ferrara

Cyberbullismo, il ddl torna a Palazzo Madama

In Senato è ripartito ufficialmente il passaggio parlamentare della terza lettura del disegno di legge a prevenzione e contrasto del cyberbullismo, con l’esame del provvedimento in Commissione Affari Costituzionali. Il ddl 1261-B non ha più la dicitura “a tutela dei minori” nel suo titolo, proprio perché esteso anche agli adulti nel passaggio parlamentare alla Camera dei Deputati. Un fatto che allarma tanti soggetti impegnati da anni nella sensibilizzazione al fenomeno e a cui Palazzo Madama dovremo dare delle risposte precise. Ne ho continuamente conferma sui territori: con gli incontri di queste settimane abbiamo superato i 100 appuntamenti di confronto in tutta Italia per illustrare i contenuti della norma. Quasi tre anni per incontrare decine di migliaia di studenti, parlare con i genitori, gli educatori e gli insegnanti e raccogliere le loro preoccupazioni e speranze. La necessità di una legge che si rivolga ai nostri ragazzi è sempre più stringente, non solo per attivare la necessaria formazione continua nelle scuole, ma anche per mettere a sistema tutte le competenze e le esperienze nell’ambito del rapporto web e minori. “Solo attraverso una gigantesca alleanza educativa potremo sconfiggere bullismo e cyberbullismo”. Lo ha ricordato la stessa Ministra Stefania Giannini, intervenuta ad Uno Mattina con Paolo Picchio, sottolineando l’importanza dell’aspetto preventivo e ricordando l’impegno del Miur che proprio su questi temi ha stilato un piano d’azione e stanziato 2 milioni di euro. Il problema della sicurezza in Rete riguarda certamente il mondo degli adulti, interessando però altri percorsi legislativi e legali. Tutelare i ragazzi. Questo deve essere il nostro principale obiettivo. Un punto su cui ho trovato il pieno appoggio delle aziende new media oltre che del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano, con cui ho avuto modo di confrontarmi nel corso degli appuntamenti promossi per la “Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” e dal Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro, che recentemente ha presentato “La scuola a prova di privacy”, un opuscolo che riporta regole e buone norme della convivenza in classe e sul web. Le scuole, infatti, son chiamate ogni giorno ad affrontare la sfida più difficile, non solo quella di educare le nuove generazioni alla conoscenza di nozioni basilari alla trasmissione del sapere, ma soprattutto al rispetto dei valori fondanti della società. #Primaiminori. Questo dovrà essere il parametro per la terza lettura! Il Senato non potrà ignorare la forza di questi messaggi.

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